La disfatta di Teutoburgo
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La disfatta di Teutoburgo
La disfatta di Teutoburgo fu una delle tre più clamorose sconfitte dell'esercito romano.
Le legioni di Publio Quintilio Varo si trovavano, il 9 d.C., nel cosiddetto Saltus Teutoburgensis, una foresta montuosa della Bassa Sassonia.
I principali nemici dei romani, i Cherusci, che alcuni anni prima avevano subito gravi sconfitte da parte dell'imperatore Tiberio, si erano stabiliti in quella zona, occupando entrambe le sponde del fiume Weser.
Durante i mesi estivi era del tutto normale disporre lo spostamento di truppe romane nel cuore della Germania, ma questa volta Varo aveva un'altra ragione: le sue tre legioni (XVII, XVIII e XIX) dovevano anche dimostrare la forza di Roma dinanzi a popolazioni non ancora del tutto sottomesse, come appunto i Cherusci.
Il suo predecessore, Saturnino, era stato più accorto, perché considerava poco adatta una tattica del genere con popolazioni numericamente forti, agguerrite e gelose della propria autonomia. Varo però preferiva sempre agire con spietata durezza.
Egli peraltro contava sull'appoggio dei nobili o di quelli che potevano vantare stirpi gloriose, promettendo loro cariche di prestigio e ricchezze: in particolare gli erano vicini Segeste e Arminio.
Verso la metà di settembre le legioni si mossero verso la foresta. Arminio garantiva per la sicurezza, ma Segeste cominciò a sospettarlo di tradimento. Le spie romane mandate in perlustrazioni riferirono di aver avvistato numerosi germani in zona, ma Varo continuò ad aver fiducia in Arminio.
Il 21 settembre iniziò lo scontro, che si protrasse per tre giorni consecutivi. Varo comandava una forza di oltre 20.000 uomini, militari di professione ben addestrati ed equipaggiati, decisamente superiori, sulla carta, ai 15.000 cherusci, cui si aggiunsero alcune migliaia di marsi e catti.
I germani avevano alcuni vantaggi di non poco conto: conoscevano perfettamente la foresta, avevano lance e spade molto lunghe, disponevano di alcune unità di cavalleria.
Il regista di questa imboscata fu lo stesso Arminio, che fece attaccare le legioni da tutte le parti, anche in maniera disordinata, per poterle completamente disorientare: i germani utilizzarono i nascondigli delle pendici boscose, bloccarono i passaggi convogliando la battaglia verso le paludi e le barriere montuose, sfruttarono a fondo la fitta vegetazione.
Non ci fu nulla da fare per i romani, non si salvò nessuno, neppure Varo. La sconfitta fu talmente grande che Roma decise di abbandonare una parte della Germania, utilizzando il Reno come confine naturale dell'impero.
Nel 14-16 Germanico volle vendicare gli sconfitti attaccando i cherusci sul Weser, ma, nonostante i successi iniziali, fu richiamato in patria. Ormai l'impero non aveva più le forze per organizzare grandi opere di conquista e di espansione.
Le legioni di Publio Quintilio Varo si trovavano, il 9 d.C., nel cosiddetto Saltus Teutoburgensis, una foresta montuosa della Bassa Sassonia.
I principali nemici dei romani, i Cherusci, che alcuni anni prima avevano subito gravi sconfitte da parte dell'imperatore Tiberio, si erano stabiliti in quella zona, occupando entrambe le sponde del fiume Weser.
Durante i mesi estivi era del tutto normale disporre lo spostamento di truppe romane nel cuore della Germania, ma questa volta Varo aveva un'altra ragione: le sue tre legioni (XVII, XVIII e XIX) dovevano anche dimostrare la forza di Roma dinanzi a popolazioni non ancora del tutto sottomesse, come appunto i Cherusci.
Il suo predecessore, Saturnino, era stato più accorto, perché considerava poco adatta una tattica del genere con popolazioni numericamente forti, agguerrite e gelose della propria autonomia. Varo però preferiva sempre agire con spietata durezza.
Egli peraltro contava sull'appoggio dei nobili o di quelli che potevano vantare stirpi gloriose, promettendo loro cariche di prestigio e ricchezze: in particolare gli erano vicini Segeste e Arminio.
Verso la metà di settembre le legioni si mossero verso la foresta. Arminio garantiva per la sicurezza, ma Segeste cominciò a sospettarlo di tradimento. Le spie romane mandate in perlustrazioni riferirono di aver avvistato numerosi germani in zona, ma Varo continuò ad aver fiducia in Arminio.
Il 21 settembre iniziò lo scontro, che si protrasse per tre giorni consecutivi. Varo comandava una forza di oltre 20.000 uomini, militari di professione ben addestrati ed equipaggiati, decisamente superiori, sulla carta, ai 15.000 cherusci, cui si aggiunsero alcune migliaia di marsi e catti.
I germani avevano alcuni vantaggi di non poco conto: conoscevano perfettamente la foresta, avevano lance e spade molto lunghe, disponevano di alcune unità di cavalleria.
Il regista di questa imboscata fu lo stesso Arminio, che fece attaccare le legioni da tutte le parti, anche in maniera disordinata, per poterle completamente disorientare: i germani utilizzarono i nascondigli delle pendici boscose, bloccarono i passaggi convogliando la battaglia verso le paludi e le barriere montuose, sfruttarono a fondo la fitta vegetazione.
Non ci fu nulla da fare per i romani, non si salvò nessuno, neppure Varo. La sconfitta fu talmente grande che Roma decise di abbandonare una parte della Germania, utilizzando il Reno come confine naturale dell'impero.
Nel 14-16 Germanico volle vendicare gli sconfitti attaccando i cherusci sul Weser, ma, nonostante i successi iniziali, fu richiamato in patria. Ormai l'impero non aveva più le forze per organizzare grandi opere di conquista e di espansione.
Re: La disfatta di Teutoburgo
non concordo molto sul fatto che Roma decise di fermarsi sul Reno perchè la sconfitta fu troppo grande. In fin dei conti le perdite subite non furono neanche paragonabili a quello di Canne , per dirne una, o Arausio.
Non ci fu sconfitta tanto grande da fermare Roma , qualora avesse deciso di rovesciarne l' esito.
Credp che Teoutoburgo abbia però fatto comprendere che in fondo non valeva la pena di andare oltre , troppo alto il costo in termini economici e di vite umane e troppo bassa la posta in gioco. In fin dei conti, dall' altra parte c'erano solo boschi e barbari.
Non ci fu sconfitta tanto grande da fermare Roma , qualora avesse deciso di rovesciarne l' esito.
Credp che Teoutoburgo abbia però fatto comprendere che in fondo non valeva la pena di andare oltre , troppo alto il costo in termini economici e di vite umane e troppo bassa la posta in gioco. In fin dei conti, dall' altra parte c'erano solo boschi e barbari.
tripolone- Centurio Prior
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Re: La disfatta di Teutoburgo
tripolone ha scritto:Credo che Teoutoburgo abbia però fatto comprendere che in fondo non valeva la pena di andare oltre , troppo alto il costo in termini economici e di vite umane e troppo bassa la posta in gioco. In fin dei conti, dall'altra parte c'erano solo boschi e barbari.
Si Tripolone, fu esattamente perché il gioco non valeva la candela che l'Impero si fermò sul Reno... se solo avesse saputo che dopo la foresta nera c'era l'immensa steppa russa, chissà fino a che punto il limes sarebbe stato portato, per non contare le conseguenze di una Germania romanizzata.
Vale
Re: La disfatta di Teutoburgo
tripolone ha scritto:non concordo molto sul fatto che Roma decise di fermarsi sul Reno perchè la sconfitta fu troppo grande. In fin dei conti le perdite subite non furono neanche paragonabili a quello di Canne , per dirne una, o Arausio.
Non ci fu sconfitta tanto grande da fermare Roma , qualora avesse deciso di rovesciarne l' esito.
Credp che Teoutoburgo abbia però fatto comprendere che in fondo non valeva la pena di andare oltre , troppo alto il costo in termini economici e di vite umane e troppo bassa la posta in gioco. In fin dei conti, dall' altra parte c'erano solo boschi e barbari.
tripolone non farti sentire da Terry Jones, quell'attore che su Discovery parla dei barbari come grandi genti sconfitte solo dagli incivili, violenti, millantatori e distruttori romani...!!!!!!
Concordo in ciò che hai detto, credo anche io che Roma si sia fermata solo per il fatto che dall'altra parte c'era il nulla nel pieno dell'età della pietra, con solo, come hai detto tu, boschi e freddo.
Alla fine credo che il male più grande non l'abbia avuto Roma nel non avere come sua provincia i territori di là del Reno, bensì la Germania che non ha avuto la civiltà e lo sviluppo che poteva darle Roma.
LegioXI- Centurio Prior
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Data d'iscrizione : 08.10.07
Re: La disfatta di Teutoburgo
LegioXI ha scritto:tripolone non farti sentire da Terry Jones, quell'attore che su Discovery parla dei barbari come grandi genti sconfitte solo dagli incivili, violenti, millantatori e distruttori romani...!!!!!! ...
...Alla fine credo che il male più grande non l'abbia avuto Roma nel non avere come sua provincia i territori di là del Reno, bensì la Germania che non ha avuto la civiltà e lo sviluppo che poteva darle Roma.
hihihihi infatti poi per secoli cercarono di creare un Sacro Romano Impero, proprio qui germani che si erano ribellati a Roma.
Ehi Legio! ma siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda (dirai si la gamma 400 ihihih)
Re: La disfatta di Teutoburgo
Giuliano ha scritto:LegioXI ha scritto:tripolone non farti sentire da Terry Jones, quell'attore che su Discovery parla dei barbari come grandi genti sconfitte solo dagli incivili, violenti, millantatori e distruttori romani...!!!!!! ...
...Alla fine credo che il male più grande non l'abbia avuto Roma nel non avere come sua provincia i territori di là del Reno, bensì la Germania che non ha avuto la civiltà e lo sviluppo che poteva darle Roma.
hihihihi infatti poi per secoli cercarono di creare un Sacro Romano Impero, proprio qui germani che si erano ribellati a Roma.
Ehi Legio! ma siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda (dirai si la gamma 400 ihihih)
Tra fratelli è ovvio.....
LegioXI- Centurio Prior
- Numero di messaggi : 193
Città : ROMA
Data d'iscrizione : 08.10.07
Re: La disfatta di Teutoburgo
Ho visto le trasmissioni del vecchio Terry su Sky, devo dire che ha tratti è anche simpatico...... forse troppo dalla parte dei barbari ma essendo inglese non poteva che essere così.
Forse dimentica che dalla caduta dell'Impero d'Occidente ci sono voluti secoli per rimettere in sesto tecnologie usate giornalmente dai Romani.
Ma l'obiettività storica è sempre un bene prezioso...
Ciao
Forse dimentica che dalla caduta dell'Impero d'Occidente ci sono voluti secoli per rimettere in sesto tecnologie usate giornalmente dai Romani.
Ma l'obiettività storica è sempre un bene prezioso...
Ciao
Lisandro- Miles gregarius
- Numero di messaggi : 15
Età : 55
Città : Pessano con Bornago
Data d'iscrizione : 03.12.07
Re: La disfatta di Teutoburgo
Lisandro ha scritto:
Forse dimentica che dalla caduta dell'Impero d'Occidente ci sono voluti secoli per rimettere in sesto tecnologie usate giornalmente dai Romani.
Ave Lisandro,
aggiungerei anche che dimentica i 4 secoli di dominazione Romana sulla Bretagna, e che prima di Roma la sua terra era all'età del ferro e le popolazioni indigene vivevano in capanne circolari fatte di fango.
Diciamo che la sua cultura "Anglosassone" deve molto a Roma.
E poi piccolo punto d'orgoglio, non ci riuscì Napoleone, non ci riuscì Hitler... Ma Cesare pose il suo piede sulla Bretagna.
Re: La disfatta di Teutoburgo
Lisandro ha scritto:Ho visto le trasmissioni del vecchio Terry su Sky, devo dire che ha tratti è anche simpatico...... forse troppo dalla parte dei barbari ma essendo inglese non poteva che essere così.
Forse dimentica che dalla caduta dell'Impero d'Occidente ci sono voluti secoli per rimettere in sesto tecnologie usate giornalmente dai Romani.
Ma l'obiettività storica è sempre un bene prezioso...
Ciao
A quali trasmissioni ti riferisci ?
tripolone- Centurio Prior
- Numero di messaggi : 74
Età : 62
Città : Roma
Data d'iscrizione : 19.10.07
Legione Romana :: l'Esercito :: Tecniche
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