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Case romane a S. Paolino alla Regola

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Case romane a S. Paolino alla Regola Empty Case romane a S. Paolino alla Regola

Messaggio  Giuliano Dom Nov 30, 2008 2:47 am

Negli anni 1978-1982 l'Amministrazione Comunale, in concorso con l'Istituto Autonomo Case Popolari e la Regione Lazio, curò il restauro di un gruppo di case di sua proprietà site su via di S. Paolo alla Regola, tra la chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini e via del Conservatorio. Si tratta di un insieme di fabbricati di 4-5 piani di altezza, all'esterno di prevalente aspetto seicentesco, incentrati attorno al cinquecentesco palazzo Specchi che affaccia con un breve slargo sulla via principale.

Il restauro ha rivelato, inaspettatamente, come i fabbricati mantenessero in tutta la loro monumentalità strutture ben più antiche, che costituiscono ancora il corpo di tutto il sistema. In particolare si conservano strutture di età romana per quattro piani di altezza, due sotto il suolo e due al di sopra, e queste hanno costituito la base di una potente e complessa ristrutturazione medioevale, che ha alzato le costruzioni quasi all'altezza della situazione attuale.

Il luogo, extraurbano in età repubblicana, era allora già percorso dalla strada oggi perpetuata dà; via di S. Paolo alla Regola, sul cui proseguimento si collegavano il Circo Flaminio (che era posto fuori Porta Carmentale, dov'è oggi il Ghetto) ai Navalia (il porto militare di Roma, che era oltre palazzo Farnese) ed al Tarentum (il santuario arcaico sito presso S. Giovanni dei Fiorentini).Nel grande piano di rinnovamento della città voluto da Augusto, che ne prevedeva l'espansione nel Campo Marzio, Agrippa costruì un nuovo ponte sul Tevere, l'attuale Ponte Sisto, tracciando la via che oggi si chiama dei Pettinari, in collegamento con il teatro di Pompeo, e presumibilmente altre strade secondo una disposizione ortogonale, di cui vengono a far parte pure via del Conservatorio e via delle Zoccolette, che delimitano tutto il nostro isolato.

La zona in età flavia, e precisamente negli ultimi decenni del I secolo d.C., accolse un immenso quartiere di magazzini, forse gli Horrea Vespasiani ricordati dalle fonti letterarie come opera di Domiziano, che si estendevano dal fiume e dall'attuale ministero di Grazia e Giustizia almeno fino a palazzo Spada ed a oltre via Arco del Monte. Di questa vasta sistemazione viene a far parte la prima fase degli edifici che si riscontrano nei sotterranei delle nostre case, essendo allora il livello del terreno due piani sotto quello attuale. Constano di ambienti disposti a rastrelleria su strade di servizio poste parallelamente al fiume e lievemente digradanti a formare ripiani in direzione di quello.

Tali edifici furono ristrutturati in età severiana, cioè all'inizio del III secolo, con l'inframmezzamento di altri magazzini, vaste aule e case di abitazione, che portarono le costruzioni a non meno di quattro piani di altezza, cioè a due piani sopra il livello del suolo esterno attuale. Un violento incendio venne di poi a diroccare il complesso, che in età costantiniana, cioè durante i primi decenni del IV secolo, venne radicalmente ristrutturato: in parte fu interrato a livello del piano terreno, portando questo al primo piano, ed i muri furono rafforzati con il rifasciamento di altre strutture, alcune delle quali ebbero perfino triplicato lo spessore.

Gli edifici mostrano successivamente di perdere la qualità dell'uso, finché si fa di essi un impiego decisamente degradato nel V e nel VI secolo. Appaiono di poi in rovina, mentre all'intorno il terreno sale per i crolli ed i depositi alluvionali del tevere, finché nell'XI secolo il livello del suolo ha raggiunto all'incirca la situazione attuale.

Nell'XI e nel XII secolo sono documentate come già esistenti, ai margini delle nostre case, le chiese di S. Paolo alla Regola e della SS. Trinità, dedicata allora, quest'ultima, a S. Benedetto. In questi secoli e nel seguente la zona riscontra una nuova straordinaria ripresa edilizia: in particolare per le nostre costruzioni si avvia un massiccio intervento di ristrutturazione delle antiche rovine, che vengono consolidate sistematicamente fin dal più profondo delle fondazioni, divenute allora cantine e sopraelevate fino a portare i blocchi edilizi alle dimensioni che all'incirca ancora si riconoscono. La prima costruzione è la casa-torre che si vede subito dietro palazzetto Specchi, in laterizio del XII secolo poi sopraelevato in tufelli, che sorge a cavaliere di un antico vicolo tra i magazzini domizianei. Le nuove fabbriche si sviluppano poi subito quasi contemporaneamente all'intorno, con caratteri intensivi, che portano tra il XII ed il XIII secolo a saturare gli spazi sulle fronti stradali, con case strette ed allungate, affiancate le une alle altre a rastrelliera. Sono costruite in accurata opera laterizia nella fase più antica, poi più comunemente in tufelli o anche in cementizio irregolare di tufo, fino a 4-5- piani di altezza, e sono ancora sopraelevate nel XIV secolo.

La visita inizia dal piccolo slargo antistante palazzetto Specchi, al n. 16 di via S. Paolo alla Regola. Ci si soffermi dapprima a guardare la facciata della casa ed anche di quella alla nostra sinistra, per ricordarci come, dietro il loro aspetto cinque-seicentesco, conservino a quasi tutta altezza le strutture medioevali. Subito sopra ed a lato del balconcino che sovrasta l'ingresso del palazzetto, un breve riquadro di muro lasciato senza intonaco mostra le strutture di massima altezza conservata da parte degli edifici romani, che dal profondo delle attuali cantine raggiungono qui i 13 m. In alto sulla facciata si vede una monofora gotica di tufo, che testimonia la fase medioevale più recente del complesso, con la sopraelevazione del XIV secolo.
Giuliano
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