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Roma - Centocelle "Centum Cellae" origini e storia

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Messaggio  Giuliano Sab Set 13, 2008 3:00 pm

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Superficie: 208,16 ha

Confini attuali: via Tor de’ Schiavi, viale della Primavera fino all’incrocio con via Casilina e quindi la stessa via fino all’incrocio con viale Palmiro Togliatti; viale Palmiro Togliatti fino all’incrocio con via Prenestina comprendendo la via del Fosso di Centocelle, tra via dei Pioppi e via Faber.

Origine del nome: il nome deriva da Centum Cellae una cittadella militare costruita nel periodo di maggiore espansione dell'Impero romano. Era formata da numerose stanze (cellae), che ospitavano i 100 migliori cavalieri della guardia imperiale dell'imperatore Costantino I, gli Equites Singulares, con i loro cavalli.

Storia: in base all’originaria intenzione delle autorità comunali il borgo di Centocelle, oggi Prenestino-Centocelle, avrebbe dovuto svilupparsi come una zona rurale, non periferica alla città ma gravitante su di essa. Nonostante le originarie intenzioni, fino agli anni ‘40 il quartiere appariva come una vera e propria città-giardino, con un agglomerato di graziosi villini situati in vie dai nomi floreali. Molte strade erano ancora in terra battuta e attendevano gli impianti fognari per il deflusso delle acque piovane. Gli abitanti che vi risiedevano, 29 famiglie fino al 1921, attendevano un miglior collegamento con il centro di Roma, distante 7 km. Dopo il 1942, però, lo sviluppo del quartiere ha annullato ogni primitiva lottizzazione, ribaltando la morfologia architettonica degli edifici, anche a causa della costruzione dell’aeroporto che contribuì a trasformare la zona, portando il numero degli abitanti a circa quarantamila.
Il quartiere è stato oggetto, più che della zona del Prenestino di un forte insediamento urbano con conseguente abusivismo edilizio: le trasformazioni dovute a restauri o a necessità abitative hanno cambiato il volto degli antichi villini, con elementi improvvisati e con ricostruzioni talvolta inadeguate. Attualmente sopravvivono ancora numerosi orti, che, anche se ridotti nelle dimensioni, testimoniano l’originaria destinazione rurale della borgata. Accanto ad essi sono sorti i grandi palazzi ad abitazione intensiva e le vie principali si sono “arricchite” di tutta la cultura commerciale e consumistica odierna. Ma gran parte della vita quotidiana del quartiere mantiene antiche consuetudini e abitudini del vivere romano: il forno dei dolci frequentato alla domenica dopo la messa, la vecchia osteria, l’oratorio con le sue attività ricreative e religiose.

Gli Equites singulares Augusti, probabilmente creati da Traiano e sciolti prima di Costantino, erano una scorta a cavallo di mille uomini che accompagnavano in battaglia gli imperatori.
A Roma gli Equites Singulares avevano il compito di garantire la sicurezza dell'imperatore.
Avevano le caserme sul Celio e sul Laterano e la necropoli nell'area dei possedimenti imperiali "ad duas lauros" lungo la Via Labicana. E' dubbio se qui esistesse anche un "campo marzio", dove i cavalieri si esercitavano.
Da questa necropoli provengono numerose stele funerarie, che coprono un arco cronologico che va dal II al IV sec. d.C. Su queste stele troviamo spesso raffigurati il banchetto funebre ed il soldato su un cavallo decorato con gualdrappa, guidato mediante lunghe briglie da un uomo a piedi vestito con una corta tunica.
Numerosi sono stati i ritrovamenti di iscrizioni riguardanti gli Equites nella regione ad duas lauros, ma le pietre tombali sparse in una vasta area lungo la via Labicana non hanno consentito una precisa ubicazione del sepolcreto.
Moltissime iscrizioni funerarie sono state ritrovate nel 1956 durante gli scavi della basilica costantiniana nelle fondamenta della stessa. E' stato perciò ipotizzato che la necropoli si trovasse nell'area del complesso costantiniano.
La distruzione del sepolcreto può essere stata una vendetta di Costantino nei confronti degli Equites che nella storica battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.) si erano schierati contro di lui con il suo avversario Massenzio.
Giuliano
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Centurio Primus Pilus
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