Legione Romana
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Gli Antichi Acquedotti Romani

Andare in basso

Gli Antichi Acquedotti Romani Empty Gli Antichi Acquedotti Romani

Messaggio  Giuliano Gio Set 18, 2008 4:43 am

Alcune unità di misura romane
pes: un piede romano = 29,64 centimetri
passus: un passo romano (passo doppio)= 5 piedi = 1,482 metri
miliarus : un miglio romano = mille passi = 1,482 chilometri
1 Quinaria = 41,73 mc/giorno = 0,483 litri/sec


L'acqua se pur abbondante era considerata un bene prezioso ed era consentito allacciarsi direttamente all'acquedotto solo a poche ville e solitamente dietro pagamento di una tassa ed in ogni caso era data la priorità all'approviggionamento pubblico, alle fonti ed alle terme.
Del resto la presenza di acqua potabile in abbondanza fu uno dei fattori decisivi che consentirono a Roma di crescere fino a divenire la più grande città dell'epoca col suo milione di abitanti.


Elenco riassuntiva degli acquedotti dell'antica Roma, seguiti dall'Anno di costruzione, dalla Portata giornaliera e dalla Lunghezza.

Acqua Appia - 312 a.C. - 841 quinarie/1.825 quinarie - 11.190 passi - 16 km
Anio Vetus - 272/270 a.C. - 2.362 quinarie - 64 km
Aqua Marcia - 145 a.C. - 187.000 mc - 91 km
Acqua Tepula - 125 a.C. - 16.000/18.000 mc
Acqua Julia - 33 a.C. - 48.000/50.000 mc - 22 km
Acqua Virgo - 19 a.C. - 100.000/103.000 mc - 20 km
Acqua Alsietina - 2 a.C. - 16.000 mc - 22172 passi - 32 km
Anio Novus - 38/52 d.C. - 190.000 mc - 58.700 passi - 86 km
Acqua Claudia - 38/52 d.C. - 184.000/196.000 mc - 46.406 passi - 69 km
Acqua Traiana - 109 d.C. - 118.000 mc - 32 km
Acqua Alexandrina - 226 d.C. - 22.000 mc - 20 km

Acqua Appia
Cronologicamente il primo ad essere costruito nel 312 a.C. ad opera dal Censore Appio Claudio Crasso (Appius Claudius Crassus) (lo stesso che diede il nome alla via Appia).
Le sorgenti erano tra il VII ed il VIII miglio della via Prenestina, a 780 passi per una stradina sulla sinistra [nei pressi dell'attuale località La Rustica].
Era lungo 11.190 passi di cui 60 passi su strutture in muratura e su archi a Porta Capena ed 11.130 sottoterra.
Arrivava a Porta Maggiore in sotterranea a parecchi metri di profondità seguendo il percorso della Prenestina; da porta Maggiore, nei pressi della quale sono state rinvenute sue tracce, entrava in città, attraversava il colle del Celio, poi dagli archi di Porta Capena (l'unico tratto su archi dell'intero percorso) giungeva sul colle Aventino e da qui arrivava al castello terminale al Foro Boario nei pressi della Porta Trigemina delle mura Serviane.
Fu restaurato nel 144 a.C. ad opera di Quinto Marcio Re e nel 33 a.C., in concomitanza con la costruzione dell'aqua Marcia, ad opera di Agrippa.

Aqua Appia Augusta
Sotto Augusto tra l'11 ed il 4 a.C. ne fu raddoppiata la portata (vedi tabella) captando nuove sorgenti al VI miglio della via Prenestina, raggiungibili prendendo un diverticolo sulla sinistra a 980 passi dalla consolare, nei pressi della Collatina; il nuovo acquedotto di Augusto percorreva 6.380 passi prima di collegava al primo ad Spem Veterem.

Anio Vetus
Da Capannelle a Porta Maggiore passava anche l’Anio Vetus, la cui sorgente è situata sotto Tivoli (Tibur), al XX miglio della Tiburtina; era lungo 43.000 passi di cui 42.779 sottoterra e 221 su strutture murarie sopra il livello del terreno.
Costruito nel 272 -270 a.C., fu cronologicamente il secondo dell’antica Roma ad essere costruito quando era censore Manio Curio Dentato (Manius Curius Dentatus); i romani lo costruirono completamente sottoterra con un percorso molto tortuoso per non far abbassare troppo il livello dell'acqua, forse perché ancora non avevano perfezionato la tecnologia costruttiva degli acquedotti, forse per cercare di proteggerlo da eventuali tentativi di interromperlo ad opera dei popoli italici che via via Roma stava sottomettendo (la terza guerra sannitica che sanciva il dominio di Roma sull'Italia centro meridionale era terminata nel 290 a.C. e la prima guerra punica sarebbe cominciata nel 264 a.C.).

Acqua Marcia
Il senato di Roma incaricò nel 145 a.C.il pretore Quinto Marcio Re di costruire il nuovo acquedotto, che da lui prese il nome di Marcius.
Come scritto da Frontino le sorgenti erano ubicate al XXXVI miglio della via Tiburtina Valeria, prendendo un diverticolo sulla destra e seguendolo per tre miglia oppure arrivando al XXXVII miglio della via Sublacense e seguendo un viottolo sulla sinistra per 100 passi.
Le sorgenti si trovano quindi nell’alta valle dell’Aniene tra Marano Equo e Àrsoli e quest’acqua fu sempre considerata la più pura e salubre tra tutte quelle che arrivavano all’Urbe, come anche ci testimonia Plinio il Vecchio:
“La migliore acqua del mondo per freddo e sanità, a testimonianza di tutta Roma, è l’Acqua Marcia, tra gli altri doni degli dei concessa a Roma.”
La sua lunghezza era di 61.710 passi (91 km) di cui 7.463 passi (11 chilometri) in condotta sopraelevata su arcuazioni.
Sopra il condotto del Marcio vennero costruite altre due condotte: l'acqua Tepula che scorreva nel livello intermedio e l'acqua Julia nel livello superiore.
Come inciso sulla Porta San Lorenzo venne restaurato da Agrippa.

Acqua Marcia Augusta
Sotto Augusto tra l’11 ed il 4 a.C. ne venne aumentata la portata con un ulteriore sorgente posta ad 800 passi a sud est della prima, appena sotto Agosta.
Un’altra diramazione fu realizzata per alimentare le Terme di Diocleziano sul Viminale (intorno al 300 d.C.).

Acqua Marcia Antoniniana
Sotto Marco Aurelio Antonino detto Caracalla nel 213 - 215 d.C. venne arricchita con la Fonte Antoniniana e venne realizzata la diramazione dell’aqua Antoniniana.
La diramazione si staccava dall'acquedotto principale all'altezza di Porta Furba, attraversava la via Latina nei pressi dei Cessati Spiriti ed andava ad alimentare le Terme di Caracalla; di questa sono rimasti l’arco di Druso sull'Appia Antica vicino Porta San Sebastiano ed un breve tratto in piazza Galeria.

Acqua Tepula
Realizzata nel 125 a. C. e proveniente dalle sorgenti delle Pantanelle e dell’Acqua Preziosa tra Grottaferrata e Marino; aveva una scarsa portata e deve il suo nome al fatto che fosse tiepida (intorno ai 16 - 17 gradi).

Acqua Julia
Realizzata nel 33 a.C. e proveniente dalla fonte di Squarciarelli a Grottaferrata.
La mostra dell’acqua si trova a P.zza Vittorio.

Acqua Vergine
Venne costruito al tempo di Agrippa per alimentare le Terme di Campo Marzio; la fonte è ubicata all'VIII miglio della Collatina, in una località indicata come Agro Lucullano.
Procedeva in parte su arcate ed in parte in sotterranea; se ne conserva un tratto in via del Nazareno.
È l'ultimo acquedotto antico, se pur restaurato e riattivato in epoca rinascimentale, ancora funzionante (è stato danneggiato recentemente interrompendo il flusso d'acqua ma fortunatamente è stato riparato e riattivato) assieme all'acqua Felice (realizzato però in epoca rinascimentale).
L'acquedotto Vergine va' ad alimentare la fontana di Trevi, la fontana in piazza del Pantheon, quella dei Quattro Fiumi a piazza Navona e la Barcaccia in piazza di Spagna (che il Bernini costruì al di sotto della pavimentazione stradale per sopperire in qualche modo al basso livello dell'acqua che lì arrivava).
Fu costantemente restaurato nel corso dei secoli; venne danneggiato durante le invasioni dei Visigoti di Alarico nel 410 d.C. e dai Vandali di Genserico nel 455 d.C. ed ancora dai Goti con Vitige nel 537 e con Totila nel 546; ancora subì danni con gli assedi dei Saraceni, di Enrico VI nel 1081 e poi con Barbarossa nel 1167. Papa Niccolò V nel 1453 affidò la sistemazione dell’antica Acqua Vergine a Leon Battista Alberti. Successivi restauri furono eseguiti nel 1484 con Sisto IV, nel 1559 con Pio IV e nel 1570 con Sisto V. Nel 1580 con Gregorio XIII venne costruita una diramazione per alimentare i Rioni Sant'Eustacchio, Parione, Ponte e Campo Marzio.

Acqua Alsietina (o Augusta)
Fatto costruire da Augusto per alimentare la sua Naumachia; l'eccedenza andava nei vicini giardini o veniva utilizzata per l'irrigazione; era anche utilizzata per alimentare le fontane pubbliche dall'altra parte del Tevere, quando i ponti erano in riparazione.
L'acqua proveniva dal lago Alsietino al XIV miglio della via Claudia, 6 miglia e mezza sulla destra.
Misura 22.172 passi di cui 358 su archi.

Acqua Claudia
L’acquedotto Claudio, il più imponente, fu iniziato da Caligola nel 38 d.C. e portato a termine sotto l’Imperatore Claudio nel 52 d.C..
Le sorgenti si trovano ad un incrocio al XXXVIII miglio della Sublacense meno di trecento passi sulla sinistra, a poche centinaia di metri dalla sorgente dell’acqua Marcia, e seconde in qualità solo a questa; erano le fonti Cerulea e Curzia più la fonte Albudina, di così ottima qualità che poteva all'occorrenza alimentare lo stesso Marcio che era l'acqua di qualità massima (nota che le sotrgenti sono a pche decine di metri l'una dall'altra).
Restauri
Venne restaurato con Adriano (117 - 138 d.C.) con un rivestimento in opera laterizia consistenti in un doppio ordine di arcate.
In seguito con il restauro di Settimio Severo (193 - 211 d.C.) si riempirono con opera cementizia gli archi in laterizio del precedente restauro e venne realizzato un ulteriore rivestimento in opera laterizia a tre ordini di arcate.

Anio Novus
Le arcuazioni dell’acqua Claudia trasportavano una seconda condotta sopra questa, la cui acqua era prelevata direttamente dal fiume Aniene al XLII miglio della via Sublacensis (poco prima di Subiaco).
L’Anio Novus aveva una grossa portata ma l’acqua era di scarsa qualità e spesso risultava torbida, al punto che il sito di captazione tempo dopo venne spostato più a monte per cercare di migliorarne la qualità.
Localizza il posto
Vista laterale dei Trofei di Mario, al lato Nord dei giardini di piazza Vittorio Emanuele II.
Sono i ruderi di parte del Ninfeo di Alessandro Severo eretto nel 226 d.C. ( data nota grazie al ritrovamento di una moneta risalente a tale anno raffigurante questo monumento) chiamati Trofei di Mario, dal nome dato ai due trofei d'armi in marmo di epoca Dioclezianea ritrovati nel sito e che vennero spostati nel 1589 sulla balaustra del Campidoglio.
Era una fontana e castello terminale per la distribuzione dell'acqua, alimentata da una diramazione o del Claudio o dell'Anio Novus, come risulterebbe dalla verifica dell'altezza della fontana o più probabilmente dei 6 archi della diramazione ancora in piedi tra via Giolitti e via Turati a 280 metri in linea d'aria dalla fontana; non si notano perché rimangono nascosti dai palazzi di epoca umbertina; le piscine limarie dei due acquedotti erano a poche decine di metri dagli archi superstiti, sotto i binari della ferrovia, e vennero distrutte durante la costruzione della stazione della nuova Capitale d'Italia (1871, inizio del periodo Umbertino).

Acqua Traiana
L'acquedotto Traiano venne realizzato nel 109 d.C.; captava l'acqua da sorgenti sui Monti Sabatini (lago Sabatino) vicino al lago di Bracciano; procedeva in sotterranea verso Roma lungo la via Clodia e la via Trionfale e poi lungo l'Aurelia su arcate arrivando infine al Gianicolo sul lato destro del Tevere.

Acquedotto Alessandrino
Fu l’ultimo ad essere costruito nell’antica Roma, sotto l’imperatore Alessandro Severo intorno al 226 d.C.e venne realizzato unicamente per alimentare le Terme Alessandrine.
Le migliori conoscenze tecniche raggiunte dai romani consentirono di utilizzare il calcestruzzo romano ricoperto da laterizio per realizzare le arcate. Le sorgenti erano a Pantano Borghese nei pressi di Colonna al XII miglio della Prenestina e l’acquedotto arrivava a Roma seguendo l’acqua Appia lungo la via Prenestina e poi lungo la Labicana (Casilina) in condotto sotterraneo; l’acqua Alexandrina emerge alla tenuta di Torre Angela (Borgata Arcacci) e da qui procede, riemergendo più volte, attraverso La Mistica, Torre Maura, Tor Tre Teste (parco dell’ Alessandrino con un bel lungo tratto di "arcacci"), viale Palmiro Togliatti (dove le arcate raggiungono i 15 metri), Centocelle, Tor Pignattara; a Tor Pignattara circa un chilometro a nord del Claudio e del Marcio si interra definitivamente, (la quota della sua acqua è di parecchi metri più bassa di quella degli altri); al riguardo l’archeologo Rodolfo Lanciani scriveva che «...[l’acquedotto] penetrava in città a un livello di 3,18 m inferiore all’attuale soglia di Porta Maggiore». Da qui passava presumibilmente per la zona di Termini e per il Quirinale, discendeva poi la valle oggi attraversata da via del Tritone e raggiungeva così al Campo Marzio (nei pressi del Pantheon) le Terme Alessandrine (già Neroniane), così denominate dopo il restauro di Alessandro Severo.
Giuliano
Giuliano
Centurio Primus Pilus
Centurio Primus Pilus

Numero di messaggi : 498
Età : 48
Città : Roma
Data d'iscrizione : 05.08.07

http://www.legioneromana.com

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.